Il contatore dell’acqua in condominio è uno degli argomenti più importanti da affrontare per permettere all’amministratore di gestire l’immobile nel miglior modo possibile. Cercando di favorire le esigenze di tutti.
Questo strumento per la registrazione del consumo idrico può essere centralizzato e avere un allaccio unico. Tutti gli appartamenti fanno capo a un contatore e le spese si dividono. Oppure può essere individuale.
Infatti i condòmini possono avere un contatore personale e gestire la bolletta in autonomia. Evitando così di pagare in base a criteri che spesso vengono considerati iniqui, ingiusti. Ecco cosa sapere sulla posizione che devono avere i contatori dell’acqua in condominio e sulla possibilità di staccarsi.
Sommario
Come funziona il contatore condominiale?
Questo elemento viene installato in un luogo di facile accesso, di solito in un vano all’ingresso o anche fuori con le dovute protezioni contro intemperie e vandalismi. L’amministratore di condominio può supportare l’addetto alla lettura per avere il riferimento utile a calcolare la bolletta che verrà suddivisa tra i condomini allacciati al contatore centralizzato. In ogni caso l’installazione e il posizionamento del contatore sono fasi che devono essere concordate con il gestore del servizio e rispettare le norme UNI EN ISO 4064-1:2017.
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Come si suddividono le spese dell’acqua?
Uno dei nodi cruciali che da sempre va a sfavore del contatore dell’acqua in condominio è la ripartizione delle spese. La bolletta relativa a un contatore centralizzato viene divisa – salvo diverso accordo dei condomini – in base al valore millesimale dell’appartamento. Questo passaggio non favorisce il risparmio idrico.
Inoltre la ripartizione delle spese in base ai millesimi potrebbe creare un clima di ostilità tra i condomini. Dato che – in linea di principio – i consumi possono essere superiori negli appartamenti con un valore millesimale inferiore.
Posso staccarmi dal contatore dell’acqua?
La soluzione è indicata già da tempo dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri – Disposizioni in materia di risorse idriche del 4 marzo 1996 – attualmente in vigore. In uno degli allegati si decide questo: la divisione dei consumi viene eseguita attraverso l’installazione di singoli contatori. Ecco un estratto utile:
In relazione a quanto disposto dall’articolo 5, comma 1, lettera c), della Legge 5 gennaio 1994, n. 36, dove attualmente la consegna e la misurazione sono effettuate per utenze raggruppate, la ripartizione interna dei consumi deve essere organizzata, a cura e spese dell’utente, tramite l’installazione di singoli contatori per ciascuna unità abitativa.
Quindi, staccarsi dal contatore generale è un diritto di tutti i condomini. Anche quando è presente un regolamento contrattuale con divisione dell’acqua in millesimi, il proprietario di casa può scegliere l’uso del contatore separato personale. A favore di questa tesi abbiamo la risposta del tribunale di Milano.
Quest’organo si è espresso sul tema con la sentenza n. 4275/2019: la scelta del contatore individuale è doverosa, addirittura obbligatoria, quindi non deve esserci neanche bisogno del via libera dell’assemblea per procedere.
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Il condominio può imporre il contatore individuale?
Così come il proprietario di casa può staccarsi dal contatore dell’acqua in condominio, il singolo non può impedire il passaggio dell’intero stabile a una condizione individuale. Ogni condominio può imporre a tutti l’installazione dei contatori dell’acqua individuali. Lo può fare attraverso procedure semplificate, in assemblea.
Ma si può procedere anche con l’ordinanza del Giudice di Pace. Il Tribunale di Milano ricorda che la registrazione dei consumi secondo i millesimi è consentita solo se non c’è un sistema di monitoraggio individuale, ma sottolinea che procedere con il superamento del contatore condominiale generalizzato è una procedura non facoltativa ma doverosa per rispettare la normativa vigente. Quindi non è necessaria alcuna delibera condominiale.